mercoledì 14 gennaio 2009

Biancaneve


Bruno Bettelheim, nel suo libro, tratta diverse storie...tra queste c'è anche Biancaneve. Il titolo in cui la fiaba è attualmente conosciuta è Biancaneve e i sette nani, versione che mette l'attenzione sui nani che, non sviluppandosi fino a raggiungere la maturità umana, sono bloccati in modo permanente ad un livello pre-edipico. Nella famosa storia, la donna più anziana gelosa non è la madre di Biancaneve ma la sua matrigna, così i problemi edipici che si possono ritrovare in altre versioni, sono lasicati all'immaginazione del lettore. Gli anni che Biancaneve trascorre con i nani rappresentano il suo periodo di avversità, di problemi da superare, il suo periodo di sviluppo. Secondo Bettelheim, "sono poche le fiabe che aiutano l'ascoltatore a distinguere fra le principali fasi dello sviluppo infantile così nettamente come Biancaneve". In Biancaneve, come in moltre altre fiabe, compare un uomo che può essere visto come una rappresentazione inconscia del padre: il cacciatore che riceve l'ordine di uccidere Biancaneve ma invece le salva la vita. La lotta edipica della ragazza non viene repressa, ma messa in atto con la madre come rivale. Il padre-cacciatore manca di assumere una posizione energica e ben definita; non fa il suo dovere verso la regina, e non assolve il suo obbligo morale verso Biancaneve. Non la uccide, ma l'abbandona nel bosco, dove pensa verrà divorata dalle bestie. Il cacciatore cerca di placare sia la matrigna, sia la figlia; l'odio e la gelosia della donna sono la conseguenza dell'ambivalenza paterna. Il padre debole non serve molto a Biancaneve.

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