domenica 18 gennaio 2009

Fratello e Sorella


Altra storia trattata da Bruno Bettelheim in Il mondo incantato, è quella di Fratello e Sorella.

In questa storia dei fratelli Grimm i protagonisti rappresentano le disperate nature dell'Es, dell'Io e del Super-Io, ed il messaggio principale è che esse devono essere integrate perchè l'individuo possa raggiungere la felicità. Qui le arti malefiche di uno "spirito malvagio" trasformano un fratello in un animale, mentre l'altro rimane umano. E' difficile concepire un'immagine più vivida, succinta e immediatamente convincente delle nostre contradditorie propensioni. Per buona parte della nostra esistenza, quando non siamo riusciti a raggiungere o a mantenere la nostra integrazione interiori, questi due aspetti della nostra psiche sono in lotta fra loro. La constatazione che una certa cosa sucita in lui contemporaneamente due sensazioni diverse confonde il bambino. La comprensione di questa dualità richiede una percezione dei processi interiori che è facilitata dalle fiabe. Queste fiabe iniziano con un'originaria mancanza di diferenziazione tra i due fratelli: essi vivono assieme e provano gli stessi sentimenti, sono inseparabili. Ma poi, ad un certo punto del processo di crescita, uno di loro comincia a vivere un'esistenza animale, e l'altro no. Alla fine della storia, l'animale riprende la forma umana; i due fratelli si ricongiungono per non separarsi più. E' questo il modo simbolico della fiaba di espreimere gli elementi essenziali dello sviluppo della personalità umana: in primo tempo la personalità del bambino è indifferenziata; poi, da questo stadio, si sviluppano l'Es, l'Io e il Super-Io. In un processo di maturazione essi devono essere integrati. Essere cacciato di casa rappresenta la necessità di diventare se stessi. L'autorealizzazione esige l'abbandono della casa e della sua orbita: un'esperienza dolorosissima che presenta molti pericoli psicologici. Questo processo di sviluppo è inevitabile; il dolore è simboleggiato dal dispiacere che i bambini provano per essere costretti ad andarsene di casa. I rischi psicologici insiti in questo processo sono rappresentati dai pericoli che l'eroe incontra nei suoi viaggi. In questa storia il fratellino rappresenta l'aspetto di pericolo di un'unità essenzialmente inseparabile, e la sorella, come simbolo delle cure materne, è la salvatrice. La fiaba non lascia nessun dubbio nella mente del bambino che è necessario sopportare il dolore ed accettare dei rischi, perchè bisogna conquistare la propria identità personale; il bambino che comprende e fa proprio il messaggio della fiaba, troverà la vera dimora della sua più intima individualità. La sorella, che rappresenta le funzioni mentali superiosi (l'Io e il Super-Io), mette sull'avviso il fratello, che (dominato dall'Es) è pronto a lasciarsi trascinare dal suo desiderio di immediata gratificazione. Con l'intensificarsi della pressione dell'Es, esso sopraffà i freni dell'Io e del Super-Io (gli ammonimenti della sorella perdono il loro potere di controllo). Ma finchè non abbiamo raggiunto una piena integrazione della nostra personalità, il nostro Es (le nostre pressioni istintuali, la nostra natura animale) convive in una pace precaria col nostro Io (la nostra razionalità). Mentre il fratello ha superato la sua prova, la sorella non ha attraversato la stessa esperienza. L'integrazione degli aspetti disparati della nostra personalità, può essere raggiunta soltanto dopo l'eliminazione di quelli associali, distruttivi ed ingiusti, e questo non può essere raggiunto finchè non abbiamo raggiunto la piena maturità. La storia suggerisce inoltre due grandi scossoni della vita: l'abbandono della casa parentale e la creazione di una famiglia propria. Il contrasto fra la condotta del fratello, che cede agli stimoli dei suoi desideri istintuali, e il comportamento della sorella, improntato ad una premura e ad un senso di responsabilità verso altre persone motivati dall'Io e dal Super-Io, indica chiaramente in che cosa consistono la battaglia per l'integrazione e la vittoria in questa lotta.

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