mercoledì 7 gennaio 2009

Origini e interpretazione di Cappuccetto Rosso


La storia di Cappuccetto Rosso viene fatta risalire alla tradizione orale di diverse regioni europee, ed è sata trascritta, tra gli altri, da Charles Perrault e dai fratelli Grimm. Si sa che la fiaba era narrata già nel XIV secolo in Francia. "La finta nonna" è il titolo di una antica versione italiana della fiaba, in cui Cappuccetto Rosso riesce a sconfiggere il lupo basandosi esclusivamente sulla propria astuzia. Alcuni sostengono che questa versione sia più vicina all'originale, e che il personaggio del taglialegna sia stato aggiunto successivamente per suggerire l'idea maschilista che nonna e nipote non potessero salvarsi senza l'aiuto di un uomo. Pur essendo una delle fiabe più raccontate ai bambini, Cappuccetto Rosso contiene numerosi riferimenti piuttosto espliciti alla sessualità ed alla violenza. La versione di Perrault è più sinistra di quella successiva (e meglio nota) dei Grimm. La principale differenza tra le due versioni sta nel fatto che nella trascrizione di Perrault non c’è nessun lieto fine e la fiaba termina con Cappuccetto e la nonna dentro la pancia del lupo, mentre nella versione dei fratelli Grimm viene inserita la figura del cacciatore che, tagliando la pancia del lupo salva le due sventurate. La storia narrata da Perrault quindi non trova una redenzione di Cappuccetto Rosso, ma si pone il fine di terrorizzare i bambini per non farli deviare dal sentiero che metaforicamente sono le raccomandazioni dei genitori. Al termine del racconto, Perrault fornisce una spiegazione esplicita della morale, dalla quale non è difficile estrarre l'evidente contenuto sessuale: da questa storia si impara che i bambini, e specialmente le giovanette carine, cortesi e di buona famiglia, fanno molto male a dare ascolto agli sconosciuti; e non è cosa strana se poi il lupo ottiene la sua cena; è del tutto evidente che il lupo rappresenti un seduttore che indica le bellezze della natura, alla bambina da poco entrata nella pubertà. Quindi la ragazzina è diventata una donna matura e si trova di fronte al problema del sesso. L’ammonimento di “non allontanarsi dal sentiero” è un chiaro avvertimento contro i pericoli del sesso e contro quelli di perdere la propria verginità. Il “cappuccetto rosso” è un simbolo delle mestruazioni che conduce la bambina nella “oscura foresta” della femminilità, ma in molte tradizioni popolari una giovane donna nel bosco viene metaforicamente associata alla prostituzione; nella Francia del XVII secolo, la mantellina rossa era un segnale molto esplicito in questo senso. La voracità del lupo, la sua brama di carne, lo associa al concetto sadico infantile di “coito”, caratteristico della fase orale, pregenitale, chiamata anche “cannibalica” dallo stesso Freud. Nella fase orale dello sviluppo si manifesta la pulsione sessuale attraverso la nutrizione. Il lupo di Cappuccetto Rosso utlizza una modalità cannibalica di rapportarsi a lei. A questo punto sembra chiaro che il lupo rappresenti l’uomo, visto come un animale crudele e astuto, e l’atto sessuale è descritto come un atto di cannibalismo in cui il maschio divora la femmina.Nella versione di Perrault, la favola termina con una regressione della bambina, intrappolata nel ventre materno: non si verifica un’iniziazione al mondo adulto, permessa invece nella versione dei fratelli Grimm dal cacciatore. Nel XIX secolo, due versioni tedesche della fiaba furono raccontate ai fratelli Grimm da Jeanette Hassenpflug (1791–1860) e Marie Hassenpflug (1788–1856). I Grimm trasformarono una delle due versioni nella storia principale, e la seconda in un seguito. La prima, col titolo Rotkäppchen, fu inclusa nella prima edizione della loro raccolta Kinder- und Hausmärchen (1812). In questa versione la ragazza e sua nonna venivano salvate da un cacciatore interessato alla pelle del lupo. Nella seconda storia, Cappuccetto Rosso e sua nonna, grazie all'esperienza acquisita con il primo lupo, riuscivano a catturarne e ucciderne un altro. I Grimm continuarono a rivedere la storia nelle edizioni successive; quella meglio nota è la revisione finale, del 1857, con il taglialegna che sostituisce il cacciatore. Cappuccetto Rosso, nelle sue varianti, può essere messa in relazione con altre fiabe e miti analoghi. Il tema delle vittime estratte sane e salve dalla pancia del lupo, in particolare, si trova quasi identico nella fiaba russa Pierino e il lupo, ed è una variante di un'idea almeno antica quanto il Libro di Giona. Un'altra versione alternativa e assai più inusuale della favola di “Cappuccetto Rosso” è Red Hot Riding Hood, celebre cartone animato, diretto da Tex Avery, che vede la protagonista come una star femminile particolarmente provocante impiegata come cantante in un night-club.

Il cacciatore rappresenta la parte buona dell’uomo, il padre, senza il quale, in una visione maschilista, la donna non può essere salvata. tema delle vittime estratte sane e salve dalla pancia del lupo, permette al bambino di allontanare l’angoscia provocata dalla storia e di confrontarsi con le proprie paure ed i propri aspetti sia positivi che negativi, ed opera in questo modo una sorta di catarsi.


Fra le fiabe classiche, Cappuccetto Rosso è una di quelle che si prestano di più a un'analisi del sottotesto, ovvero dei messaggi impliciti o nascosti. Già Bruno Bettelheim ha evidenziato come la fiaba si presti a una interpretazione freudiana. Se è evidente la presenza di contenuti sessuali nella storia le interpretazioni discordano sostanzialmente solo su quello che potrebbe essere inteso come significato principale.

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