venerdì 5 dicembre 2008

1. Gli arcaismi nei racconti orali


I racconti orali sono pieni di forme arcaiche, presenti nell'inconscio collettivo delle società dette primitive, maturate dalla preistoria: sono racconti molto strutturati, essi sono reperibili per temi nella classificazione internazionale (Aarne-Thomson) e, dunque, sono comparabili nelle produzioni di popoli geograficamente molto lontani. Ciò che è narrato in questi racconti si rivolge agli adulti come ai bambini nelle loro problematiche esistenziali. Queste storie sono facilmente memorizzabili e trasmissibili per la grande figurabilità delle immagini e per l’affascinante potere della poesia. Tre tempi sono diventati classici nella nostra pratica: il racconto, il gioco di ruolo, il disegno, o il gruppo di parola, per i più grandi. Così, con i curanti addestrati l’atelier-fiaba diventa una “madre in rêverie materna" nel senso di Bion. Accoglie gli elementi di motorî, gli aspetti in sé bizzarri e arcaici delle violenze e distruzioni connesse con la maturazione delle zone erogene e con le loro rappresentazioni coscienti o incoscie. Il lavoro dei curanti con questo mediatore consiste nell’accogliere gli arcaismi, selezionarli, metabolizzarli, assegnar loro limiti possibili, categorie di emozioni riconosciute e condivise in una condotta accettabile per la vita del gruppo.
L’uso del racconto nella cura è anche un buon esercizio contro-depressivo per il curante, e ciò è importante in un’epoca in cui sono ridotte le attrezzature e in cui c’è un ritorno alle terapie chimiche riduttrici dell'impulso patologico. Nella nostra esperienza di sostegno dei genitori, questa indicazione terapeutica induce meno resistenza rispetto alle altre tecniche psicoterapeutiche o ri - educative proposte abitualmente. L'incontro parallelo con i genitori è un importante mezzo per lavorare sull'inter-fantasmizzazione della famiglia, rivelata attraverso queste storie che i genitori hanno più o meno “vissuto” prima, nelle loro parti infantili sane.
I racconti popolari sono racconti che sono stati trasmessi oralmente nella notte dei tempi. Servivano, come i miti e le religioni, a dare senso alle domande esistenziali che si pongono gli esseri umani. Freud ha posto l'ipotesi dell'analogia tra lo sviluppo dell'individuo e quella dell'umanità; si ritrova quest’idea in altri ricercatori come Propp, (Radici storiche del racconto di fate). Ciò permette di pensare che gli arcaismi del pensiero, divorare/essere divorato, essere abbandonato, perdersi nella foresta, essere attaccato dalle bestie malefiche, confrontarsi con le immagini materne distruttrici (streghe) o troppo materne (fate), presenti nei racconti, fanno meglio eco con le angosce più nascoste dei bambini e degli adulti che li ascoltano. Si possono dunque individuare queste angosce, anticiparle, individuarne simbolicamente gli organizzatori di senso (per esempio le opposizioni binarie fuori/dentro, aperto/chiuso, aggressore/aggredito) e sovra significarne gli effetti.
La tecnica della "marchiatura" simbolica di certe sequenze organizzatrici di rappresentazioni spaziali e del pensiero permette di creare delle situazioni – nodo, che agiscono come dei veri “ricordo-schermo positivo” (Freud, 1899, Nevrosi, Psicosi e Perversione), molto utili per le patologie caratterizzate da confusione e incapacità di elaborazioni secondarie e comprensibili dai gruppi a struttura semplicemente nevrotica. È necessario utilizzare i tre tempi classici dell' atelier-fiaba (racconto, gioco di ruolo, disegno e parola) per accogliere le proiezioni più strane e renderle pensabili in uno spazio di teatralizzazione del gruppo adulti/bambini che lavora in modo sintonico con la proposta di Bion (trasformando gli elementi bizzarri, beta, in elementi alfa pensabili ed organizzati in un racconto che è “già là” nella storia raccontata oralmente di tutte le società umane). La scelta dei racconti permette di individuare le rappresentazioni di conflitti, che si vogliono abbordare nel gruppo e che riguardano ogni esperienza di maturazione. Questo necessita di un "corpus” di base per la maturazione ed una buona conoscenza dei racconti tradizionali, per accompagnare le associazioni prodotte dai bambini a partire da questi racconti, qualunque sia la tecnica utilizzata: disegni, marionette, plastilina, gioco di ruolo, musica, fumetti e, per gli adolescenti e gli adulti, anche psicodramma (Moreniano o psicanalitico), video-dramma, laboratorio di scrittura, ecc…

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